Ballarò Palermo: perchè visitarlo, storia e tradizioni

Volete sapere qualche informazione in più su ballaro palermo in modo da visitarlo durante una vacanza a Palermo? All’interno del Mandamento Palazzo Reale che è delimitato da Corso Tukory da una parte e da via Maqueda dall’altra, si trovano delle stracolme bancarelle di mercanzie, aromi speziati, così come profumi e colori di frutta e verdura.

Tutta la merce è ben disposta in modo scenografico e, passando, si sente l’abbanniata, ovvero il richiamo dei venditori per attirare tutti i potenziali acquirenti. No, non ci troviamo in un souk dell’Africa ma nella città di Palermo, a Ballarò, che risente moltissimo del retaggio culturale della presenza araba.

Quel che sappiamo è che gli Arabi occuparono la Sicilia nell’anno 827 d.C. e decisero di dividere l’isola in tre Valli: Val Demone, Val di Noto e Val di Mazara, chiamando successivamente la città con il nome di Balarm e facendola diventare la capitale dell’Emirato arabo.

Ballarò è il mercato più vivace, dinamico e lungo di tutta la città, il cui nome deriva da Balhara, un villaggio islamico vicino a Monreale, in cui abitavano i venditori e che ogni giorno “scendevano” lì per vendere le loro merci al Ballarò. Si tratta di un mercato di grascia, il cui significato è mutato parecchie volte nel corso del tempo e infatti se attualmente secondo una traduzione questo termine significa “sporcizia“, prima indicava il cibo, gli alimenti.

ballaro palermo

Perché bisognerebbe visitare ballaro palermo?

Andare al mercato è davvero bello perché ancora adesso si vedono i dolciumi che le nostre nonne ci davano come merenda, alcuni esempi sono la cubbàita, cioè il torrone di mandorle, ma anche i cannellini ovvero le caramelle colorate bianche, rosa e blu che hanno la cannella dentro, ma anche le caramelle Terranova alla carruba e ancora il gelato di campagna che corrisponde ad un pezzo di zucchero e mandorle ai tre colori.

Inoltre la cosa interessante è che se nel passato, durante la sera, la zona del mercato “moriva” adesso Piazza Ballarò risplende di luce propria, diventando addirittura il luogo di vita notturna giovanile in cui è davvero molto facile trovare ragazzi che si riuniscono sorseggiando una birra accompagnata da pani ca meusa schetto o maritato (panino con la milza) oppure pani chi panelle.

Ma non finisce qui perché la sera i giovani raggiungono la piazza e passano la serata in quei locali come Moltivolti, Arci Porco Rosso, Ballarak e Santamarina Bistrot o capita anche che turisti e cittadini partecipano alle periodiche aperture serali dei monumenti che vengono organizzate dalla Cooperativa Terradamare.

Questa zona della città si presta anche parecchio ad essere abbellita da street art e infatti diversi street artists negli ultimi anni hanno accolto l’invito per dare il loro contributo artistico e sociale e un esempio esplicativo di tutto ciò è: “Si vucìa, s’abbannìa, Ballarò è magia”.

Invece, parlando del punto di vista architettonico, di notevole interesse è la chiesa del Carmine Maggiore, la cui cupola maiolicata quasi prevalentemente di blu, sembra un tutt’uno con l’azzurro cielo di Palermo. Oltre a questa chiesa, però, abbiamo anche l’oratorio del Carminello, un piccolo gioiello serpottiano e la Torre di San Nicolò, una civica torre quadrangolare con meravigliose bifore.

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